Biblioteca

 

La Biblioteca Pax si trova all’interno del Monastero di S. Martino delle Scale ubicato nella omonima frazione del Comune di Monreale. Le sue vicende sono strettamente connesse a quelle del complesso abbaziale benedettino fondato da Papa S. Gregorio Magno nel VI secolo, distrutto dagli Arabi nell’837 e riedificato nel 1347 dal benedettino Beato Angelo Sinisio che lo dedica a S. Martino di Tours.

Il Beato Sinisio si assunse il compito di ristabilire l’osservanza della Regola nei monasteri dell’isola che avevano smarrito la spiritualità benedettina.

Le prime notizie della Biblioteca risalgono già all’inizio della storia del monastero e, da quanto narra don Gregorio Frangipani, una delle prime preoccupazioni del beato Angelo Sinisio fu quella di acquisire dei volumi necessari alla vita liturgica e spirituale della piccola comunità ricostituita.

Discende inoltre dalla regola di S. Benedetto la prescrizione per i monaci di dedicare alcune ore alla lettura, ciò comportò la nascita delle biblioteche benedettine e molti monaci divennero amanuensi dediti alla copiatura di codici o alla decorazione di testi liturgici.

Il Sinisio provvide infatti immediatamente a costituire una piccola Biblioteca, come attesta un catalogo che risale al 1348 scoperto da Don Salvatore Di Blasi e pubblicato nel 1770 (dove è data indicazione del formato del materiale, della provenienza e dell’apparato decorativo). Questi volumi manoscritti sono spesso opera dell’attività dei primi monaci di S. Martino che non avevano sufficienti mezzi per procurarseli altrimenti. Allo stesso Sinisio sono attribuiti libri teologici, ascetici e trascrizioni di testi liturgici Il successore di Don Angelo Sinisio, Don Giovanni Procopio, contribuì con una generosa donazione ad aumentare il patrimonio della Biblioteca.

La Biblioteca si costituì nel corso di cinque secoli fino al 1866 quando il patrimonio fu rimosso. Fra il 1620 e il 1625 i volumi furono trasferiti, per volontà dell’Abate D. Stefano D’Amico, in un unico ambiente identificato come “Camera del fuoco” onde evitarne la dispersione. Nel 1430 la Biblioteca ricevette una donazione da Davide Sottile che per testamento destinava i suoi libri al monastero. Anche in periodi successivi le donazioni si susseguirono arricchendo il patrimonio e attirando studiosi famosi come Rocco Pirri.

Nel 1731 ebbe inizio la costruzione della nuova “Libraria” diversi architetti si avvicendarono nella sua realizzazione: il primo progetto è opera di Giovanni Biagio Amico, ma l’incarico definitivo fu affidato agli architetti Giuseppe Maggiordomo e Giuseppe Venanzio Marvuglia che edificarono il locale fra il 1764 e il 1770.

A seguito delle leggi anticlericali del 1866 (di soppressione delle Corporazioni religiose) nel 1869 l’Abbazia fu spogliata delle sue opere d’arte, della biblioteca e della pregevole scaffalatura lignea trasportata alla Biblioteca Nazionale di Palermo e, solo in tempi recenti, restituita nella parte che ne è rimasta integra. Quando la Biblioteca venne smembrata e dispersa la raccolta fu destinata, oltre che alla Biblioteca Nazionale di Palermo, a quella di Casa Professa e alle biblioteche di Monreale e Termini Imerese. Il contenuto del fondo antico spaziava fra differenti materie: dalle discipline teologiche (dogmatica, ascesi e morale) alla fisica, all’astronomia, alla matematica, chimica comprendendo anche biografie di uomini illustri. Attualmente tra le opere più pregevoli del fondo antico della biblioteca martiniana si annovera il manoscritto De Reedificatione Monasterii Sancti Martini de Scalis che è l’unico codice medievale sopravvissuto. Altri manoscritti significativi sono la Cronica Monasterii e il Discorso intorno la traslazione del Sacro Gregoriano Monastero di San Martino delle Scale quest’ultimo opera di Pierantonio Tornamira ed in ultimo i Sermones et exhortationes ad Monachos di Giovanni Tritemio. Tra i volumi a stampa di particolare rilievo un’edizione della Regola di S. Benedetto edita a Palermo nel 1775 di piccolo formato (cm 6,2) e una edizione della stessa “Regola” stampata a Napoli nel 1775 e arricchita da incisioni presenti anche nel volume su Santa Rosalia Prosapia paterna e materna, edito a Palermo, opera di Pierantonio Tornamira. Altra opera degna di menzione è il Missale iuxta ritum Gallicorum et Messanensis eclesie noviter reformatum che presenta xilografie in rosso e nero edito a Venezia nel 1510.

Alcuni di questi volumi sono stati rilegati con la caratteristica legatura martiniana in pergamena (rigida, semirigida o floscia) che presenta, nei piatti, figure quadrangolari e romboidali realizzate con la tecnica dell’impressione a secco e con punzonature in oro e nero di motivi fitomorfi.

Il fondo della biblioteca è infine impreziosito da 27 corali membranacei miniati, la maggior parte di essi sono decorati e presentano capilettera ornati da motivi fitomorfi o da vere e proprie rappresentazioni figurate. Tali corali sono stati realizzati presso lo scriptorium dell’Abbazia martiniana che produceva sia manoscritti cartacei che codici membranacei. La studiosa Angela Daneu Lattanzi ha attribuito le miniature di tre corali a miniatori di origine lombarda mentre gli altri sono stati prodotti da miniatori locali fra cui si distingue la figura di Don Maurizio da Palermo che opera nella prima metà del XVI secolo. Recentemente è stata scoperta nel fondo Martiniano una rarissima edizione di un autore ebraico, Hazan, Hayim ben Yosef ben Eliyahu, del Pentateutico edita a Venezia fra il 1692 e il 1693 che presenta il testo in caratteri ebraici, frontespizio e fregi xilografici e conserva ancora la legatura originaria in piena pelle di marocchino ed assi lignee, con impressioni a caldo e bindelle.
Oggi la biblioteca possiede più di 35.000 volumi la maggior parte dei quali sono di recente acquisizione, dell’originario fondo antico rimane un cospicuo numero di opere a stampa e manoscritte, in parte di natura archivistica.

Attualmente la biblioteca è organizzata in diverse sezioni quali: Teologia, Storia e Geografia, Biografie e Agiografie, Biblica, Monastica, Letteratura, Patristica, Diritto, Liturgia, Arte, Scienze umane, Scienze positive, Biblioteconomia, Musica.

Progetto SITAB

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